“La seduzione oscura delle scienze esatte” Boris Magrini / Kunstbulletin 09/2015

“La seduzione oscura delle scienze esatte”
Boris Magrini – Kunstbulletin 09/2015

Collezioni di minerali insoliti, ologrammi, molecole immaginarie: scienza e tecnologia offrono modelli e strumenti per osservare e comprendere l’universo. Nel suo lavoro, Alan Bogana combina il rigore scientifico con la poesia, la sperimentazione dilettantistica e il misticismo esoterico, creando ponti fra campi di ricerca disparati.

Per preparare la sua esposizione personale al Kunsthaus Langenthal, Alan Bogana si è cimentato nella complicata tecnica dell’olografia, che ha imparato da autodidatta. Sebbene questa tecnica sia diventata più accessibile nel corso degli anni, oggi ha perso molto del suo fascino ed è piuttosto relegata ad applicazioni marginali, quali la protezione e la conservazione dei dati. Come uno scienziato esordiente, l’artista si è impegnato a studiare e ad eseguire l’olografia per rappresentare oggetti in tre dimensioni, che evocano altrettanto sistemi planetari che modelli di molecole. Tra questi, è suggerita addirittura la molecola immaginaria della Tiotimolina, inventata dallo scrittore Isaac Asimov in un suo saggio ironico. Così, nell’installazione presentata in semioscurità, macrocosmo e microcosmo si confondono, come scienza e fanta-scienza coabitano nell’opera di Asimov, il quale fu anche biologo. Nondimeno, il falso trattato dello scrittore americano intendeva soprattutto deridere lo stile redazionale dei saggi accademici, spesso manierati.
Insieme ai suoi ologrammi, Bogana presenta scansioni di minerali realizzate al museo di mineralogia dell’Ecole des Mines di Parigi, scansioni ulteriormente modificate con la tecnica digitale del morphing. Queste opere testimoniano del fascino per la bellezza e la varietà dei minerali scoperti durante la sua visita. L’artista intende nel contempo contribuire alle attività di ricerca e conservazione del museo, depositando le scansioni ad alta risoluzione con la speranza di offrire ai collaboratori un nuovo materiale di studio. Particolarmente interessante è soprattutto l’intervista dell’artista al direttore del museo, Didier Nectoux, che indaga con curiosità quasi giornalistica i motivi più personali della sua professione.
L’opera ‹Case12› riassume in modo esemplare la poliedrica strategia dell’artista, volta a intrecciare più campi di conoscenza e approcci possibili intorno a un soggetto. Si tratta di una scultura a forma di scala, allegoria del progresso scientifico e dell’ascesa spirituale, ricoperta da stampe raffiguranti l’ipotetica rifrazione della ­luce attraverso una meteorite. Dove inizia e dove finisce il rigore scientifico? Quali ­sono i limiti dell’obiettività nella costruzione della rappresentazione della realtà? Con le sue opere, Alan Bogana suggerisce che una rappresentazione univoca dell’universo non esiste e che questa è piuttosto il risultato di una finzione più o meno celata.

Boris Magrini, storico dell’arte e curatore, vive e lavora a Zurigo.